Maria Ruspoli

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Maria Ruspoli
Maria Ruspoli ritratta da Philip de László nel 1922
Duchessa consorte di Gramont
In carica1907 –
1925
PredecessoreMarguerite de Rothschild
SuccessoreÉlaine Greffulhe
Altri titoliPrincipessa Ruspoli[1]
NascitaRoma, Italia, 18 maggio 1888
MorteAix-en-Provence, Francia, 6 agosto 1976
DinastiaRuspoli per nascita
Gramont per matrimonio
PadreLuigi dei Principi Ruspoli
MadreClelia dei Conti Balboni
ConsorteAntoine Alfred Agénor de Gramont, XI Duca di Gramont
FigliGabriel de Gramont
Gratien de Gramont
Giorgio Hugo
ReligioneCattolica

La principessa Maria Ruspoli (Roma, 18 maggio 1888Aix-en-Provence, 6 agosto 1976) è stata una nobildonna italiana e divenne duchessa di Gramont per matrimonio.

Maria Ruspoli nacque nel 1888 da Don Luigi dei Principi Ruspoli (1843–1904) e dalla ferrarese Clelia dei conti Balboni. Nel 1907, appena diciannovenne, sposò il duca francese Antoine Alfred Agénor de Gramont, XI Duca di Gramont[2], più vecchio di lei di ben trentasette anni, diventando di conseguenza duchessa di Gramont.

Il matrimonio con Agénor, tuttavia, reso difficoltoso dalla enorme differenza di età, la portò ad avere numerosi amanti[3]. La continua lontananza dal marito, che verrà a mancare nel gennaio 1925, e la frequentazione di altri uomini - in particolare quella del giornalista Filippo Naldi - la trasformarono in breve tempo in una delle più importanti animatrici della vita notturna parigina dei primi anni '20.

A partire dal 1921 infatti la Ruspoli, insieme ad alcuni amici, tra cui la marchesa Luisa Casati Stampa[4] e il trio Fratellini, divenne la mattatrice dei locali più in voga della capitale francese. Trascorse il decennio all'insegna del più puro divertimento, frequentando luoghi come i ristoranti Fouquet's e Le Monteverdi, la sala da ballo El Garròn, il circo Medrano e il teatro Grand Guignol, tra balli e feste in maschera[5].

Tra il 1921 e il 1922, poi, con l'aiuto di Naldi, fece restaurare un castello nel paese piacentino di Vigoleno[6], a due passi da Salsomaggiore, trasformandolo in sede di incontri mondani, a cui parteciparono anche molti dei personaggi più famosi dell'epoca, tra cui il noto attore statunitense Douglas Fairbanks, l'artista surrealista Max Ernst[7], il poeta Jean Cocteau, la diva di Hollywood Mary Pickford, il pianista Arthur Rubinstein, l'attrice Anna Pavlova e il vate Gabriele D'Annunzio.

Maria restò proprietaria del castello fino al 1935, dopodiché, dopo avere dilapidato la notevole fortuna ereditata dopo la morte del marito Agénor, si risposò con l'italo-francese[8] François Victor Hugo, discendente del celebre romanziere francese Victor Hugo[9]. Anche questo però non fu un matrimonio felice. E infatti si concluse con un divorzio.

La Ruspoli morì ad Aix-en-Provence nel 1976, alla veneranda età di 88 anni, in una sontuosa villa che le era stata donata dal ballerino-coreografo George de Cuevas[10].

Note familiari

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La duchessa ebbe due figli dall'anziano duca De Gramont: Gabriel, conte di Gramont, nato nel 1908 e Gratien, anch'egli conte di Gramont, nato nel 1909. Ne ebbe uno anche da François Victor Hugo: Giorgio[11].

  1. ^ [1] Biografia di Maria Ruspoli de Gramont nel sito Histouring.com
  2. ^ Ted Morgan, The way up: the memoirs of Count Gramont; a novel, Putnam, 1972 - Pag. 17.
  3. ^ Attilio Mazza, L'harem di d'Annunzio, A. Mondadori, 1995 - Pag. 122.
  4. ^ Mario Ursino, Ritratti eccellenti nella pittura dei grandi maestri dell'Ottocento e del Novecento, Edizioni Nuova Cultura - Pag. 95.
  5. ^ Elsa Maxwell, Ho sposato il mondo, Lit edizioni, 2013.
  6. ^ Giacomo Corazza Martini, Castelli, pievi, abbazie - Storia, arte e leggende nei dintorni dell'Antico Borgo di Tabiano, Gangemi editore, Roma - Pag. 116.
  7. ^ Paolo Baldacci, De Chirico, Max Ernst, Magritte, Balthus. A look int the invisible., Antique Collectors Club Limited, 2010 - Pag. 88.
  8. ^ Nato a Fiesole da madre fiorentina.
  9. ^ Pierre Galante, Mademoiselle Chanel, H. Regnery Company, 1973 - Pag. 19.
  10. ^ Woman's home hompanion, Volume 81, Crowell-Collier Publishing Company, 1954 - Pag. 101.
  11. ^ [2] Archiviato l'8 marzo 2019 in Internet Archive. Articolo: Gli anni da favola di Vigoleno… nel blog Terre della Valdarda.

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